TORNA IL LIVELLO DI CONSUMO IN CUI ERA 2007
Il consumo di fertilizzanti inorganici in Spagna si è attestato a 5,064 milioni di tonnellate in 2014, un 8,19 % sopra il 4,68 milioni registrati in 2013, il che significa un ritorno ai livelli di 2007 (5,19 milioni di t), appena un anno prima dell'inizio della crisi finanziaria internazionale che ha colpito così duramente il nostro Paese.
Di quelli più di cinque milioni di tonnellate, 2,82 milioni corrispondevano a semplici fertilizzanti azotati, 252.357 al cloruro di potassio semplice, 162.217 ai fosfati semplici e 1,82 milioni di fertilizzanti complessi, come riportato dal Ministero dell'Agricoltura, Cibo e ambiente (Magrama).
L'importazione di fertilizzanti inorganici ha superato il 3,50 milioni di tonnellate, rispetto alle esportazioni di 1,87 milioni.
I fertilizzanti più utilizzati sul campo dagli agricoltori spagnoli erano, principalmente, nitrati di calcio e ammonio (780.428 si tonnellate), urea a 46 % (758.888 si tonnellate) e i complessi di azoto, fosforo e potassio con un livello di azoto inferiore a 10 % (691.222 si tonnellate).
Le vendite di nutrienti per fertilizzanti si sono attestate a 1,10 milioni di tonnellate di azoto (N), 398.500 tonnellate di fosfati (P2O5) e 357.900 tonnellate di cloruro di potassio (K2O).
L'Andalusia è la prima comunità autonoma, all'interno del set nazionale, nell'assunzione di nutrienti N (285.600 si tonnellate), seguito da Castilla y León (273.800 t) e Aragona (107.5000 t); in P2O5, Castilla y León appare in primo luogo (106.800 t), seguito dall'Andalusia (78.500 t) e Aragona (43.600 t).
In vendita agricola K2O, L'Andalusia è in cima alla lista (85.900 t), davanti a Castilla y León (72.500 t) e Comunità Valenciana (37.600 t).